Col corpo capisco – (Paola Poluzzi)

da | Gen 22, 2014 | Blog | 0 commenti

Il mio incontro con la VoiceDance è nato con un sorriso. Quello che mi si è stampato in volto dal momento in cui ho cominciato a muovermi … cominciamo dall’inizio; correva l’anno 2000, gennaio 2000, per l’esattezza. Partecipavo ad un incontro di due giorni tenuto da Franca Errani su Maschile e Femminile interiori…

Non avevo mai incontrato Franca, né tantomeno il lavoro con il Voice Dialogue nel formato seminario. Fino a quel momento la mia esperienza con il Voice Dialogue si era limitata al lavoro individuale con Elena Dragotto.

Grazie a Franca e alla sua energia mi sono sentita a mio agio da subito, pur non conoscendo nessuno. Quando poi è si è cominciato a lavorare con il corpo, beh … lì ho sentito che era la cosa che stavo cercando da tempo, senza saperlo. Mi è piaciuta sia la parte di movimento guidato che la parte di movimento libero.

La VoiceDance propone, oltre al movimento libero, parti di movimento guidato, in cui , lavorando in cerchio e a piedi nudi, le persone sono invitate a imitare i movimenti proposti dal conduttore. Laddove l’imitazione non è imitazione passiva, bensì ‘prendere’ un gesto e, riproducendolo, farlo proprio, colorandolo della propria energia.

Lo stesso gesto riprodotto da più persone ha una forza ed un’energia di gran lunga superiore alla somma della forza e dell’energia di ogni singola persona.

Qualcosa accade, si crea e prende spessore e vita propri. È il gesto e il respiro del gruppo, una creazione unica, una magia che di volta in volta si ricrea.

Nel movimento libero, mi ha colpito il poter far nascere il movimento da dentro, dall’emozione che la musica mi suscita, al di fuori di regole, schemi e passi prefissati. Mi è sempre piaciuto danzare, ma sono sempre stata una vera frana nell’esecuzione dei passi di questa o quella tecnica che di volta in volta provavo, speranzosa di trovare quella che si confaceva alla mia natura.

Con la VoiceDance, cade il confine della regola e del passo prestabilito. In questo modo, lo spazio, quello dentro e quello fuori, si amplia. Presenza nel corpo. Respiro. Questi i tesori più grandi che ho “portato a casa” … e, a proposito di casa, la scoperta che il corpo, sì, proprio lui, è una buona casa alla quale tornare. Quando i pensieri mi portano via da me, nel futuro, o nel passato, il mio corpo mi viene in aiuto.

Scendo nei miei piedi e, da lì, affondo le mie radici nella terra. Sento il suo sostegno. Mi sdraio a terra, raccolgo le ginocchia al petto, le divarico, e sento il tratto lombare che si allunga. Mi appoggio alla terra, le cedo il mio peso, mi lascio massaggiare da lei. Ancora, respiro. Semplicemente, respiro. Immagino di prendere dentro con l’inspirazione tutti i miei pensieri, le mie preoccupazioni, per una frazione di secondo mi sembra di esplodere, poi, con l’espirazione, li lascio andare. Tutti. E mi libero. E creo spazio.

All’esperienza di quel primo seminario ha fatto seguito tutto il mio percorso con il Voice Dialogue – la formazione, l’assistenza, il lavoro personale e … il lavoro sul corpo.

Franca ha creato percorsi formativi aggiuntivi per la VoiceDance che sono stata felice di frequentare e che mi hanno permesso di approfondire questo livello del lavoro. Al contempo, è cominciata la mia avventura come conduttrice di VoiceDance. È un’avventura che tuttora è in corso  e mi auguro possa continuare, ed evolvere con me.

Cominciare e tenere gruppi mi ha, innanzi tutto, dato molta gioia e mi ha anche permesso di rendermi conto di quanta voglia abbiano in realtà le persone di muovere il corpo e di come possano trarre beneficio dal sentire che serbatoio di energia ci sia lì, per loro, per noi, per tutti.

Portare la VoiceDance mi ha potenziato, farlo ha significato lavorare parecchio sul mio Critico Interiore che, continuamente, mi sussurra di come non sia sufficientemente preparata, né sufficientemente ben fatta, né sufficientemente “fashion” … e la cosa più straordinaria che ho visto accadere è stata propria questa: portare la VoiceDance consapevole della mia imperfezione ha permesso alle persone di danzare, nonostante le proprie imperfezioni.

È stato solo portando la VoiceDance che ho compreso uno dei suoi messaggi più profondi, la bellezza sta nell’unicità di ogni corpo, nella storia che ogni corpo racconta, se solo abbiamo voglia di ascoltarla.


Paola Poluzzi è Counselor relazionale indirizzo Voice Dialogue.


[1] L’espressione è ripresa da D. Grossman

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