Farfallina o Teschietto?

da | Set 29, 2018 | Blog, In primo piano | 0 commenti

Gli stereotipi di genere agiscono precocemente. Creano un sentimento di vergogna che si annida profondamente perché tutto avviene quando si è ancora molto piccoli. Si può partire da una semplice farfallina…

Un parco, negli Usa…

Scena: picnic per famiglie, giochi, clown, servizio di truccabimbi.  Il bimbetto di 4 anni si avvicina alla pittrice e le chiede di dipingergli una farfalla azzurra sul viso. Subito appresso arriva la madre: “No, non è questo che vuole. Dipingigli qualcosa da maschio”.

Nel frattempo è arrivato il marito, che conferma: no, non vogliamo una farfalla azzurra sulla sua faccia. 

E che cosa vogliono, i genitori? Un bel teschietto. Voilà. La pittrice esegue: un bel teschio con le ossa incrociate, stile pirata, sulla viso del quattrenne. 

Poiché è rimasto un po’ di spazio, la truccatrice osa chiedere al bambino: “Vorresti anche una farfallina?” Lui annuisce. Ma la madre interviene: “Non ha chiesto a me!” 

La ragazza cerca ancora di ragionare: “Mi spiace, pensavo che fosse per lui..”. Ma la madre risponde secca: “IO sono sua MADRE. Lei deve chiedere a me”.

La famigliola si allontana. 

Questa modalità è frequente

L’artista racconta che questo accade spessissimo. Specie con i bambini maschi. Per le bambine è più facile: se avesse scelto la farfallina, sarebbe andato bene; se avesse scelto il teschio anche, perché sarebbe stata vista come una bimba coraggiosa di cui andare orgogliosi. 

Un bimbo che vuole una farfalla, invece, impara subito che sta facendo vergognare la sua famiglia. 

In effetti, una rapida ricerca sulle immagini relative al facepainting di farfalle mostra praticamente solo volti di bambine e ragazzine. 

Quali Aspetti interiori sono in gioco?

Gli aspetti interiori, di natura collettiva, che lavorano in questa direzione sono il Patriarca e il Critico. Spesso i valori del Patriarca sono veicolati direttamente dalla madre, come nell’esempio che ho riportato. I maschietti devono essere forti, coraggiosi, sprezzanti del pericolo, magari un poco… “pirateschi”. Le femmine per certi versi sono più libere oggi, perché la dolcezza della farfallina ma anche la potenza del teschio son diventate entrambe  accessibili. 

Possiamo immaginare il terrore del Patriarca interiore della donna (e poco dopo del marito) all’idea del bambino con una farfallina sulla faccia: oddio! Sembra un femminuccia! Oddio! Diventerà mica gay! Oddio! Sarà trattato come uno straccio dai compagni, quando arriva al college! 

Poiché la vulnerabilità che gli attacchi interni generano nei due genitori è forte, entrambi la soffocano e si proiettano nei loro aspetti di potere – patriarca e critico estroverso – e sono letteralmente queste parti che parlano alla giovane e sgomenta pittrice-truccavisi.

La nascita della vergogna

Questo movimento interiore è talmente radicato che non permette l’apertura di uno spazio di riflessione diverso, più ampio, dove poter apprezzare lo spirito gentile del piccolo senza temere catastrofi. Dove rendersi conto che respingere in modo così sprezzante la sua richiesta fa ben più danno di una farfalletta azzurra, perché lo fa vergognare di sé, delle sue scelte più spontanee.

Ci sono mille modi per onorare la gentilezza e la poesia, la forza e il coraggio e tutte le altre emozioni che i nostri bambini manifestano nel loro percorso di crescita. Ma per farlo dobbiamo essere capaci di riconoscere  i sussurri del nostro mondo interiore e imparare a fare scelte diverse.

 

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Franca Errani

Nota: traggo queste informazioni, che ho sintetizzato,  da https://www.boredpanda.com/clown-face-painting-gender-stereotypes/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter

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