La giovane cavalletta pasticciona

I giovani sono ardimentosi ma anche inesperti, il che li rende simpaticamente pasticcioni… e questo vale anche per gli animali!

 

Da quando convivo con la mia spalla ancora in convalescenza, ho approntato una serie di dispositivi per facilitare alcune operazioni quotidiane. Per esempio ora vi è uno sgabello di plastica nella vasca-doccia per permettermi di lavarmi da sola con la dignitosa lentezza che il nuovo stato mi impone. 

La doccia mattutina, infatti,  è ora atto lento, attento ai dettagli e con ancora nel fondo una vaga e tremula insicurezza. 

L’altra mattina inizio il rito e solo dopo un poco mi accorgo che una giovane cavalletta sta tentando di uscire dalla vasca, dove il getto della doccia è diventato una minaccia. Probabilmente era sotto lo sgabello e non l’ho vista quando ho iniziato il mio lento lavacro. 

La creatura è disorientata e salta disordinatamente, mentre io ho ridotto il getto per non colpirla. Poi mi accorgo che se le rivolgo il getto vicino – non addosso, ovviamente – posso gentilmente indurla a saltare verso lidi più sicuri.  Accompagnata da questa brillante strategia, la cavallettina si ritrova sulla parete, a fianco della finestra; salta ancora verso l’alto e finalmente è sul bordo della finestra. Sospiro di sollievo: la libertà è a un solo salto!

Lei si lancia… ma verso la vasca! Mi ripiomba sui piedi. Chiudo l’acqua per non farla annegare. Siamo entrambe sorprese. A questo punto, sempre con i miei matronali gesti accurati, prendo una bella spugna e la invito a salirvi sopra. Dopo vari tentennamenti la cosa riesce e posso deporla sul bordo della finestra – per fare ciò, devo uscire tutta gocciolante dalla vasca, ma che importa? 

Fuori tutto luccica di sole e di verde. Le suggerisco di sbrigarsi…

Ci guardiamo per un attimo, mi illudo che mi ringrazi. 

La creatura si lancia con enorme vigore… per piombare nella tazza del water!

Non ci posso credere. Aveva tutto lo splendido mondo a portata di salto, e invece ora rischia di annegare! Ma che fai?, le dico,  ma non hai visto che eri già in salvo? Lei abbassa le antennine.

Riprendo la spugna e la invito a salirvi sopra, visto che da sola scivola miseramente verso l’acqua, ogni volta che tenta la salita. 

Brontolo: ascolta, son qui tutta nuda e con l’acqua che cola ovunque, ho male alla spalla, deciditi una buona volta a saltare nella direzione giusta!

Questa volta la creaturina non esita: appena sul davanzale, mi guarda credo con una vaga simpatia e si lancia verso il giardino sottostante. Mi auguro che possa crescere tra prati e piante, godendosi la luce del giorno…

A sua discolpa era giovanissima e inesperta, il che spiega i salti arditi ma privi di ogni logica e sicurezza che anche tutti noi abbiamo fatto, da giovincelli. 

 

 

Franca Errani 

 

Immagine: da Unsplash.com, Tom Morel.

 

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