Obiettivi “settembrini”…

Piano piano stiamo tutti rientrando dalle vacanze. E in genere abbiamo nuovi “progetti settembrini”. Settembre è uno dei due momenti  dell’anno in cui ci sentiamo propositivi rispetto a obiettivi personali o professionali: dopo la vacanza estiva, è ora di prendere decisioni che magari abbiamo rimandato ma che ora, riposati  dalle vacanze, vogliamo portare avanti con fermezza. L’altro momento dedicato agli “obiettivi” è la fine dell’anno: il Nuovo arriva e anche noi siamo pieni di buoni propositi!

Ti senti anche tu una di queste persone? Allora ti sarà utile capire quali “parti” di te stabiliscono con regolarità questo tipo di obiettivi e quali invece sabotano poi il relativo progetto. Qual è il vantaggio di tale comprensione? Che, se ci diamo obiettivi che vogliamo veramente, senza cadere nella trappola di agire da una troppo forte identificazione, è più probabile che possiamo raggiungerli. 

Gli  “obiettivi settembrini” o di fine anno sono spesso legati a temi che trascuriamo per il resto del tempo; potremmo voler ritornare a una migliore forma fisica, oppure imparare o migliorare l’inglese o altra lingua straniera; potremmo voler dedicare maggior tempo a un hobby  o a uno studio o alla nostra relazione di coppia o con i figli.

“Chi” vuole? “Chi” non vuole?

Se ci fai caso, spesso questo tipo di progetti contengono, nel loro enunciato, il verbo “dovrei”. Dovrei dimagrire un po’; dovrei dedicare tutte le settimane un po’ di tempo a….. ; e così via. 

Il “dovrei” ha spesso a che fare con il Critico interiore, quella parte interna che ci confronta con gli altri e con la visione ideale di noi, e stabilisce obiettivi partendo da una sensazione di “lacuna” o di essere, almeno in parte, sbagliati. La cosa interessante del Critico interiore è che da una parte è un alleato formidabile del nostro sistema di parti dominanti, ma sa anche quello che stiamo trascurando, proprio per il fatto che siamo identificati solo con alcune parti. 

Faccio un esempio. Se sei identificato/a con i tuoi aspetti professionali, avrai probabilmente un ottimo team di lavoro: una parte Attiva, un Perfezionista, un Organizzatore e Pianificatore e altri aspetti che durante tutto l’anno si impegnano a che tu raggiunga gli obiettivi di business che ti sei dato/a. Il Critico lavora al loro fianco per farti “stare sul pezzo”. 

Poi arriva la pausa estiva (o le vacanze natalizie). Sono i periodi ideali per qualche “emersione” delle parti che normalmente il sistema primario non lascia passare. Quindi, stando con l’esempio, potrebbero essere le parti più rilassate, quelle che vogliono passare più tempo ascoltando musica o giocando con i figli, oppure scrivere racconti anziché relazioni professionali. Il fatto è che il Critico, maestro del paradosso, ora potrebbe criticarti perché…  trascuri il tuo talento di scrittura, oppure perché stai poco con i figli o il partner e così via. Il “dovrei” potrebbe colorare questa peraltro piacevole emersione.  

Accanto al “dovrei”, questi obiettivi “settembrini” hanno una carica di entusiasmo e vitalità che li differenzia dai soliti. Infatti, le parti che li propongono sono normalmente soffocate: sono come una parte di equipaggio di una nave che viene tenuta chiusa nella stiva e che, con un blitz (la pausa vacanziera), può  emergere sul ponte con tutti i suoi colori, aspettative, vitalità. Naturalmente ha fretta di farti sapere i suoi desideri perché teme di essere rimandata di fretta nel buio là sotto! Sono gli obiettivi su cui fantastichiamo, di cui parliamo  con un amico, che ci spingono a fare ricerche  per trovare la palestra, l’insegnante, i materiali per realizzarli.

Di fatto poi, quando arriva settembre e il tran-tran ricomincia, il sistema dominante che aveva “staccato la spina” sulla spiaggia o sui prati verdi o innevati, riprende in mano le redini della situazione. Ci sono un tot di cose da fare che tornano a essere quello che erano prima della vacanza: priorità assolute da non mettere in discussione. Il fatto è che anche obiettivi stabiliti dai sé primari (quelli del solo “dovrei”) possono poi non essere raggiunti: non si riesce a trovare la motivazione, si iniziano altre cose (telefonate, mail, appuntamenti che “chissà perché” si mettono in mezzo); ci assalgono improvvise stanchezze. 

Ci ritroviamo che sono già passati sei mesi e dei nostri obiettivi settembrini o dell’Anno Nuovo non se n’è realizzato neppure uno. Certo, abbiamo fatto tutto quello che era necessario; forse all’inizio abbiamo anche dato il via ad alcune valide azioni, poi… voilà, il tempo è passato. 

Ti dice qualcosa, questa descrizione?

Sappi che è una cosa molto comune! Quello che ho descritto accade con grande regolarità perché sono solo alcune parti di noi che stabiliscono l’obiettivo mentre altre non lo vogliono oppure resistono o sabotano. La lotta interna si traduce in due possibili risultati: 

  1. se seguiamo fermamente gli obiettivi che solo una parte di noi ha determinato (e ignoriamo i bisogni/desideri delle parti opposte) magari arriveremo alla meta ma molto stanchi, con possibili dolori corporei, un senso di pesantezza e rigidità – come ricompensa, saremo molto orgogliosi di “avercela fatta”.
  2. se non li seguiamo, potremmo sentirci in colpa e sminuire la nostra autostima.

Insomma, stabilire un obiettivo richiede la capacità di quello che chiamiamo “Io Cosciente”, il “centro” che sa stare tra le polarità, che conosce la parte che vuole qualcosa ma si chiede anche che cosa ne pensa la parte opposta. Siccome l’obiettivo viene definito (dalla parte che lo desidera) con grande fermezza ed entusiasmo, in genere nella fase iniziale non amiamo farci domande su “chi” non vuole questa cosa! Invece è importante fermarsi, ascoltarsi prima di mettersi in moto.

Lascia che le varie parti di te possano emergere alla superficie della coscienza e dicano il loro parere. Ascolta anche le opinioni attorno a te: accade spesso che, quando siamo molto identificati con qualcosa, un amico o il partner o una persona vicina ci esprima esattamente il punto di vista opposto. In genere, in quel momento la troviamo proprio antipatica, ma proprio questo potrebbe farci capire che siamo identificati con la nostra idea!

Agire troppo in fretta e troppo entusiasticamente potrebbe segnalare una identificazione molto forte: è il caso di molti acquisti fatti d’impulso. Ma possono esserci anche progetti più vasti e ambiziosi che sono gestiti sono da aspetti dominanti e che, una volta raggiunti, lasciano un sapore di vuoto dentro. Ricordo il caso di una donna bella e intelligente che aveva preso una laurea importante con il massimo dei voti. Però questo obiettivo se lo era dato solo attraverso il suo “Patriarca interiore”. Lo aveva raggiunto perché era intelligente, ma il risultato non le dava gioia, anzi le faceva sentire di avere sprecato il suo tempo. 

I Piccoli Obiettivi

Prova questo tipo di ascolto con piccoli obiettivi, e scopri le polarità che sono in gioco. Sarà più facile farlo anche per progetti più impegnativi. Scoprire e ascoltare le polarità richiede un certo tempo; tale “inattività” può esserti scomoda se i tuoi aspetti dominanti sono attivi e decisionisti. Ma ti farà bene! Nel tempo in cui “non agisci” (secondo l’opinione delle parti attive) potrebbero venirti nuove idee, nuove opzioni cui non avresti pensato in tempi più brevi. Non  è quindi tempo perso, ma tempo guadagnato! (La giovane donna di cui ho scritto sopra non ha mai esercitato la professione appresa grazie alla sua brillante laurea; ha fatto corsi integrativi per avviarsi su una carriera che le fosse più congeniale). 

Su questi piccoli obiettivi, e poi anche su più grandi a mano a mano che ti impratichisci, puoi provare a scrivere l’obiettivo su un foglio e poi aggiungere tutte le reazioni che ti vengono: pareri favorevoli e contrari, reazioni scomode e commenti saggi. Per chi è già pratico di queste tecniche, può essere facile utilizzare un foglio per ogni parte, dove può esprimere in libertà tutte le sue idee. Se ami disegnare, puoi fare lo schizzo dei diversi personaggi che entrano in gioco. 

In questo modo  sarai più consapevole del tuo mondo interno in relazione all’obiettivo su cui stai lavorando. Anche quando avrai scelto, non dimenticarti degli aspetti che sono contrari per le più svariate ragioni; se li abbandoni completamente, saranno pronti a farsi sentire in modi non necessariamente gradevoli. Ricorda: sono anche loro parti di te. 

Questo tipo di riflessione può essere molto efficace e anche divertente! 

E “saper lasciar andare”?

Infine: oggi si parla molto della necessità di essere efficienti ed efficaci nello stabilire obiettivi e nel raggiungerli e così via. Tutte cose bellissime. Ma a volte è anche utile sapere lasciare andare, sapere “non darsi obiettivi” (ok ok, anche questo è un obiettivo). La cosa più bella è poter imparare da questo viaggio che è la nostra vita, fatta di obiettivi ma anche di imprevisti, di struttura e di caos, di azione e di attesa, di strade dritte e di tornanti improvvisi, di curve dolci e di rapidi pendii… insomma di quel Mistero che è per ciascuno di noi, a ogni svolta. 

Goditi il Viaggio!

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Grazie,

Franca Errani

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