Sogni e Fantasie diurne (Marzia Mazzavillani)

da | Lug 30, 2013 | Blog | 0 commenti

Fantasie diurne e sogni notturni emergono come rappresentazioni di un desiderio inappagato, di una pulsione istintiva non riconosciuta e che non trova uno sfogo adeguato, ma se i sogni sono la “rappresentazione mascherata di un desiderio represso”, questo “mascheramento” prodotto dalla censura onirica può venire meno nelle fantasie diurne…

Se i sogni sono attività mentali e psichiche  che si svolgono mentre l’individuo dorme e di cui è possibile conservare memoria durante il giorno, le fantasie diurne dette anche  day-dreams,  svolgendosi durante la giornata  mentre l’individuo è vigile,  costituiscono  un interessante complemento  all’analisi  delle pulsioni che muovono sia l’uno che le altre.

Le immagini fantasmatiche delle fantasie diurne, le  rêveries e le fantasticherie  che emergono  parallelamente nel materiale onirico dei sogni notturni,  sono state considerate con interesse dallo stesso Freud:Le più note produzioni della fantasia sono i cosiddetti “sogni ad occhi aperti” soddisfacimenti immaginari di desideri ambiziosi, megalomani ed erotici, che prosperano tanto più rigogliosi quanto più la realtà ammonisce alla moderazione o alla pazienza. L’essenza della felicità procurata dalla fantasia – poter di nuovo conseguire il piacere, liberi dal’assenso della realtà – vi si manifesta in maniera inconfondibile. Noi sappiamo che tali sogni ad occhi aperti sono il nucleo ed il prototipo dei sogni notturni. In fondo il sogno notturno non è altro che unsogno diurno diventato fruibile ….. ” ( Freud “Introduzione alla  Psicoanalisi”  in Opere To Boringhieri vol. VIII pag.  527-528)

Ecco che fantasie diurne e sogni notturni  emergono come rappresentazioni di un desiderio inappagato, di una pulsione istintiva non riconosciuta e che non trova uno sfogo adeguato, ma se i sogni  sono  la “rappresentazione mascherata di un desiderio represso”, questo “mascheramento”   prodotto dalla censura onirica può venire meno nelle fantasie diurne, che, anche nel caso in cui siano espressione di contenuti rimossi della coscienza,  hanno la capacità di emancipare il desiderio che ne è alla base dai limiti imposti dalla oggettività,  liberando così il desiderio  altrimenti represso.

Questo è il meccanismo psichico che origina le fantasie diurne che  si sviluppano come i sogninell’inconscio,  esprimendosi poi diversamente. Le fantasie diurne hanno la caratteristica   generale di essere costituite da elementi più o meno legati alla realtà,  al tempo effettivo,  ai ricordi  ed al significato che  a tutto ciò si attribuisce, per essere posti al servizio di un desiderio più o meno conscio. La fantasia che ne consegue diventa una struttura creata dall’individuo atta a legittimare situazioni immaginarie rendendole accettabili, convincenti, persuasive.

Anche quando la fantasia diurna presenta elementi apparentemente negativi o tragici,  che  sembrano contraddire la soddisfazione di un desiderio, è bene tenere presente che tali elementi rispondono sempre ad un bisogno essenziale. Ed è tale desiderio a  legittimare l’utilizzo di determinate immagini e a favorire l’emergere e lo scaricarsi di emozioni il cui  fine è liberatorio, se non terapeutico. E’ bene ricordare a tale proposito l’uso  delle fantasie diurne nel “sogno guidato” di Robert Desoille e pure nel metodo terapeutico  di Nicole Fabre.

Ci si può chiedere inoltre, quanti elementi appartenenti al mondo fantasmatico delle fantasie diurneemergano nelle stesse tecniche di “immaginazione attiva junghiana”, anche se lo stesso Jung è molto solerte nell’apportare una netta divisione  fra  fantasie e immaginazione e mettendole su piani diversi.  Tuttavia  rimane difficile pensare ad un qualsiasi processo basato sull’ immaginazione  che non tragga nutrimento  in parte, o almeno nelle sue fasi iniziali, dalla abreazione  che determinate fantasie ed immagini consentono.

Vediamo quindi che, se l’origine di sogni e fantasie diurne è comune,  anche  la loro struttura ricalca, almeno in parte, identici elementi costruttivi. Freud  considera identico  il meccanismo di base della formazione di sognie fantasie diurne perchè: “… come i sogni esse sono appagamenti del desiderio, come i sogni si basano in buona parte su  impressioni di vicende infantili, come i sogni godono di  una certa indulgenza da parte della censura” (  Freud “Opere” vol II Torino Boringhieri 1968 pag.450). Come alcuni sogni, aggiungerei, hanno un forte funzione compensativa, rispecchiano cioè una mancanza, un vuoto nella vita del “sognatore  diurno” che tendono a colmare con  immagini e  situazioni consolatorie.

Tuttavia sogni e fantasie diurne presentano fondamentali differenze, e tali differenze rendono queste ultime a volte più accessibili dei sogni  per ciò che riguarda un possibile lavoro di analisi o di psicoanalisi. Non sempre i sogni notturni vengono ricordati …lo spazio  della notte resta per molti individui un territorio inviolato  in cui  il ricordo onirico è fortemente inibito e in numerosi  casi  non riesce mai ad emergere.

Le fantasie diurne  hanno uno spazio nella vita conscia, e pertanto entrano a far parte del materiale diurno che può essere ricordate e raccontato.  Un’affermazione di Nicole Fabre applicabile ai sogni ad occhi aperti si coniuga in modo assai pertinente anche alle fantasie diurne: ” Dopotutto  un sogno notturno è solo un sogno, e anche  se ci si trova protagonisti, è ben poca cosa. Io posso acconsentire a ricordarmelo. Ma resta sempre un’esperienza che accade a mia insaputa. Il sogno da svegli, al contrario anche se le cose accadono a prescindere dalla mia volontà, come dice un paziente, si sviluppa e si comunica in tempo reale…” ( Nicole Fabre ” Allo specchio dei sogni” Ediz. Magi 2002 pag.38).

Questa è la possibilità che le fantasie diurne  offrono: un canale di comunicazione con l’inconscio immediatamente accessibile, che  non risente delle bizzarrie o dei capricci della memoria. Anche il ruolo che  personaggi onirici e fantasmatici giocano, all’interno delle “storie sognate e fantasticate,  varia in modo considerevole.

Si pensi ad esempio all’io onirico che, all’interno dei sogni,  è in genere rappresentativo dei Se’ primari del sognatore, molto facile che tale ruolo di “punta” si trovi, nelle fantasie diurne, in posizione secondaria, quando non sia proprio inesistente. L’io che agisce le fantasie diurne è  quasi sempre espressione di un se’ rinnegato che trova finalmente uno spazio ed una possibilità di esprimersi.

L’attenzione ai sogni ed alle fantasie diurne, agli elementi che li accumunano e quelli che li diversificano, ci rende testimoni del potere dell’immaginario e della forza propulsiva inconscia. Ci mette di fronte ad  un disegno complesso che fonde il nostro passato e la realtà del presente,  ciò che è sepolto nelle profondità della psiche e ciò che emerge alla coscienza, a sogni, desideri ed atti creativi.

Febbraio 2007  

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione totale o parziale del testo

 

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