Visione Lucida, 4ª Parte (Franca Errani)

da | Apr 15, 2013 | Blog | 0 commenti

Dopo le varie testimonianze offerte in questi mesi attraverso i contributi da Paolo della Dea, Cecilia Sacchi,Roberta Butelli e Daniela Lembo, mi sono arrivate diverse richieste di puntualizzazione sulla Visione Lucida in generale e sul suo uso “classico” nella seduta di Voice Dialogue (VD)…

Concludo quindi questa sequenza offrendo questa sintesi ai lettori che vogliono poter inquadrare gli interventi precedenti nella cornice più ampia della Psicologia dei sé e del VD. Ripercorrerò quindi rapidamente i punti salienti della seduta di VD all’interno del modello della  Consapevolezza nella Psicologia dei sé, e il senso della Visione lucida al suo interno.

La seduta di Voice Dialogue

Nel modello degli Stone la Consapevolezza esiste su tre livelli:

  • Esperienza dei nostri Aspetti Interiori (dominanti e rinnegati, o poco sviluppati)
  • Esperienza dell’io consapevole
  • Visione lucida

La seduta di Voice Dialogue è un metodo di colloquio che ripercorre questi livelli, utilizzando non soltanto la parola e la comunicazione non verbale, ma anche e soprattutto la percezione energetica dei diversi Aspetti (induzione e risonanza).

Non approfondisco, in questa sede, gli altri livelli (intervista ai sé; radicamento dell’io consapevole, canalizzazione delle energie); ricordo solamente che l’esperienza dei vari Aspetti (o sé interiori) nella classica seduta di VD è gestita attraverso lo spostamento fisico del cliente dal “luogo” del centro (in pratica, davanti al facilitatore) in altre posizioni della stanza; questo spostamento non è un puro esercizio fisico, ma trascina con sé, grazie alle modalità dell’“intervista”, un leggero stato alterato di coscienza che permette l’emergere sempre più definito e chiaro di un singolo Aspetto interiore. Lo scopo dell’intervista non è quello di far cambiare prospettiva al sé, ma di rendere la persona più consapevole della esistenza di questa sua Parte: la sua postura, il suo respiro, la sua percezione del mondo, le sue convinzioni e verità.

L’io diventa quindi sempre più “consapevole” – distinguendosi dall’io operativo – proprio grazie all’esperienza dei sé e alla successiva VL. Insomma i tre elementi si intrecciano in un flusso dove a volte sarà più forte l’esperienza dei sé, a volte più tempo sarà dedicato al radicamento dell’io, a volte l’attenzione sarà più rivolta alla VL.

Approfondisco invece  i punti chiave della VL: si tratta di modellare uno stato di osservazione distaccata, esternaal sistema psichico del cliente, attraverso il riassunto il più possibile neutro e distaccato  di quanto si è svolto nell’incontro. Questa sintesi avviene usualmente con il cliente seduto a fianco del Counselor – come se il cliente fosse “uscito” dal suo sistema psichico. Entrambi guardano davanti a sé, nel “luogo” dove è avvenuto il lavoro di intervista ai sé e il colloquio con l’io.

Facilitare la Visione Lucida. 

  1. La VL, proprio grazie al suo distacco neutro da tutti gli Aspetti, offre una nuova, incredibile opportunità per un’osservazione multidimensionale della psiche. E’ indispensabile che sia il Counselor che il cliente entrino in questo stato di osservatore neutro.
  2. Per facilitare il momento della VL in modo valido, occorre che il Counselor modelli lo stato del testimone in modo efficace, in modo da aiutare il cliente a sintonizzarsi anche lui/lei in questo livello di neutralità distaccata; al tempo stesso, è importante che il Counselor resti connesso energeticamente con il cliente. Per fare queste due cose, come Counselor è utile che davvero tu osservi tutto quello che stai riportando al cliente (come se fosse un film),  che impari a rilassarti, sapendo alternare pause di silenzio al parlato.
  3. Per facilitare lo stato del testimone, la sintesi viene fatta in terza persona. Se il cliente inizia a fare considerazioni mentali o ad avere reazioni emotive, è chiaro che non è entrato nello stato del testimone; è opportuno allora prendere una pausa di silenzio, ricordare che si è “fuori” dal sistema psichico, e che eventuali osservazioni possono essere fatte successivamente, quando si ritorna al centro.
  4. Questo momento facilita il radicamento dell’ego consapevole. La visione lucida, ricordiamo, è uno dei tre livelli della consapevolezza, ed è importante differenziarlo in modo chiaro e univoco dagli altri due (esperienza dei sé, radicamento dell’io).
  5. E’ utile che il Counselor indichi con un gesto della mano le posizioni dove i diversi Aspetti si sono spostati, durante le fasi precedenti del colloquio, e che quando rievoca un Aspetto recuperi una leggera risonanza energetica con esso. Può in quel momento rievocare alcune caratteristiche salienti di quella Parte (postura, modo di respirare, convinzioni, campo energetico – ampio, denso, leggero, verticale…).
  6. Sta al Counselor decidere quanta “informazione” è utile restituire al cliente durante la sintesi: ovviamente dipende anche dagli Aspetti che sono emersi durante il colloquio. Se ad esempio sono emerse Parti molto sognanti, legate allo stato dell’essere, di cui quindi il cliente ricorda poco, può essere utile ripetere quello che è stato detto con una certa precisione; se sono emersi Aspetti mentali, razionali, analitici o di controllo, parlarne molto può essere controproducente perché può riattivare la stessa energia nel cliente, portandolo via dallo stato di testimone neutro. In questi casi può essere saggio ripetere solo alcune frasi chiave e lavorare di più sul piano della risonanza energetica di quel sé.
  7. Come in tutte le fasi del colloquio, è utile essere flessibili, lasciare spazio alla percezione e essere presenti. La presenzaè una qualità a cui tutti gli Aspetti sono particolarmente sensibili  – e anche suscettibili!
  8. La sfida della VL è che si sta chiedendo al cliente di osservare uno “spazio vuoto” e immaginare di rivedere i propri Aspetti, percependone qualità, caratteristiche corporee, bisogni ed energia. Per alcune persone, molto percettive, questo compito è facile e divertente. Per altre può essere difficile, non familiare, e all’inizio potrebbe attivare l’autocritica. E’ importante non farsi destabilizzare e continuare con dolcezza e fermezza a proporre questo momento: infatti, a volte dopo qualche seduta, il cliente può improvvisamente aprirsi a questo nuovo livello di consapevolezza, apprezzarlo, e usarlo finalmente come strumento anche nella sua vita personale.
  9. Per facilitare nel cliente questa capacità di vedere quello che non è visibile, si possono usare alcuni accorgimenti. Alcuni li ho già esposti (indicare lo spazio fisico occupato da un certo Aspetto, descriverne le caratteristiche salienti, riportare alcune espressioni tipiche o gesti specifici). Può essere utile anche invitare il cliente a vedere i diversi Aspetti come se fossero nuovi personaggi che sono entrati nella stanza.
  10. A volte il cliente, durante la VL, riesce a percepire una mappa della sua psiche ancora più ampia di quella che si è espressa durante il colloquio, e possono scattare connessioni profonde, che non provengono dalla mente analitica. Quando si rientra nella posizione dell’io consapevole, è possibile condividere queste esperienze, che possono essere intense e rivelatrici dei nuovi possibili passi da percorrere successivamente.
  11. Quando passare al momento della VL? Normalmente questa fase viene fatta verso la fine della seduta; tuttavia non è una regola. Ad esempio può essere emerso un Aspetto che ha creato molto movimento emotivo; rientrati al centro, può essere utile fare una brevissima sintesi con la VL, spostando quindi la persona nella relativa posizione. Oppure, se una persona viene per un ciclo di sedute ravvicinate (ad esempio il ciclo di 5 sedute in 5 giorni) potrebbe essere utile addirittura iniziare una delle ultime sedute con una sorta di rapidissima VL del processo che si è svolto nei giorni precedenti.
  12. Quanto più tu, come Counselor, ti sei separato dai tuoi diversi Aspetti interiori, tanto più facilmente avrai accesso al livello della VL, che resta uno dei momenti più difficili da padroneggiare.
  13. Spesso, all’inizio, i Counselor sono spaventati all’idea di dover riassumere una lunga seduta… Come ho già detto, non si deve certamente ricordare tutto quello che gli Aspetti hanno detto! E’ molto più utile e importante focalizzarsi sulla capacità di sostenere il ricordo energetico dei vari sé. Può anche essere rassicurante crearsi una visualizzazione preliminare che aiuti il “recupero” dei ricordi… Personalmente, avevo creato un’immagine, per me molto bella e potente, di un grande vaso di lapislazzulo, che con il suo blu intriso di frammenti dorati, come un cielo notturno, stava dietro di me e a cui affidavo la memoria del lavoro che si andava svolgendo. Questo mi permetteva di restare aperta e fiduciosa. Oggi non la uso quasi più… ma forse, in realtà, è sempre dietro di me!

In sintesi…. La Visione Lucida…

  • fa sentire la persona ascoltata “veramente”,
  • aiuta a “restituire” al cliente la sua esperienza,
  • aiuta a radicare lo spazio dell’io, permettendo l’integrazione della seduta;
  • aiuta a cominciare a riconoscere il fluire dei vari Aspetti interiori,
  • aiuta a sperimentare lo stato neutro, di non giudizio e di non attaccamento,
  • permette l’arrivo di nuovi “insights”,
  • facilita il successivo riconoscimento dei diversi Aspetti nella vita pratica.

Altri usi  della VL al di fuori della seduta di VD.

Nell’ambito del Couseling e del Coaching è utile avere a disposizione una gamma più vasta di tecniche da utilizzare a seconda dei contesti, delle persone e dei bisogni. E’ infatti possibile esperire i nostri sé attraverso colloqui che utilizzano la “triangolazione”, le tecniche di “Core Quadrant”[1], il movimento creativo e la danza libera, con il disegno e l’espressività artistica, con l’immaginazione attiva, con il rientro nei sogni, con la scrittura utilizzando la mano dominante per gli Aspetti primari e la mano non dominante per gli Aspetti soffocati o poco sviluppati….

Colloquio A.R.A.

Con questo termine si indica un semplice colloquio che consente al Counselor una “mappatura” dei vari Aspetti della persona che gli sta parlando, senza farla spostare nelle Parti. A.R.A. è un acronimo che sta per “Ascolta, Riassumi, Rispecchia, Approfondisci”. Anche alla fine di un colloquio di tal genere il fatto di far sedere la persona al proprio fianco e fare la sintesi della VL potenzia grandemente il lavoro.

Rappresentazione di un Sogno

Le tecniche di lavoro sul sogno sono tantissime; in un incontro individuale si può utilizzare lo spazio per disporre, con dei fogli o dei cuscini, i personaggi del sogno in una sequenza spazio-temporale che rispetti la sceneggiatura del sogno stesso, e poi ripercorrere con il cliente questi momenti, invitandolo a “rientrare” nei personaggi/oggetti prescelti. Nel caso di un lavoro di gruppo sarà la persona a scegliere, tra gli altri partecipanti, le persone a cui far rappresentare i personaggi del sogno e a disporli nello spazio.

Anche con queste tecniche è molto utile alla fine far “uscire” la persona dallo spazio della Rappresentazione e fare la Sintesi, con le stesse modalità della VL.

Scultura famigliare

Nell’ambito della Scuola di Counseling abbiamo sviluppato una modalità di rappresentazione famigliare che rispetta la cornice teorica della Psicologia dei sé e a cui è quindi facilissimo abbinare la Sintesi finale. Anche la scultura famigliare si può eseguire con un singolo cliente, utilizzando fogli o cuscini per i diversi componenti, oppure in gruppo, chiamando dei rappresentanti.

In questo caso la VL è particolarmente delicata in quanto occorre rievocare, energeticamente, un mondo molto vasto e profondo che può toccare diverse generazioni – sé ancestrali o transpersonali.

BMD- Body-Mind-Dialogue

Quando si lavora in gruppo attraverso tecniche corporee di movimento creativo, è utile lasciare una parte dello spazio (normalmente una “striscia” lungo una parete) a disposizione della Visione Lucida. In questo caso l’utilizzo è diverso: questo luogo fuori dal sistema serve alle persone che sentono il bisogno di distaccarsi dall’esperienza emotiva, per poter testimoniare quello che stanno vivendo, soprattutto là dove potrebbero sentirsi sopraffatte dai contenuti che emergono. Questo rispetta i tempi di ogni persona nell’approcciarsi al proprio sentire.

Quando poi si svolgono lavori di taglio catartico, la fase finale della VL è fondamentale. La persona viene invitata ad uscire dallo spazio del lavoro – può essere rimasta distesa sul materassino per esperienze come la “medusa” (tecnica di bioenergetica), o come il “respiro del fuoco” ecc. – e a sedersi al fianco del Facilitatore, in uno stato di presenza e quiete. Le parole qui sono pochissime, il silenzio è tuttavia ricco di una condivisione energetica profonda.

Conclusioni

Mi auguro che questa lettura, e soprattutto gli stimoli delle testimonianze, aprano ai Counselor, ai Facilitatori e a tutti coloro che utilizzano le tecniche della Psicologia dei sé nei propri ambiti professionali, una percezione della flessibilità del modello che hanno appreso.

Invito anche coloro che stanno sperimentando applicazioni “extra-ordinarie” non solo della VL, ma anche di altre tecniche apprese nella Scuola, a testimoniarle su questo sito. La condivisione di nuove possibilità arricchisce tutti.

Ringrazio ancora una volta Paolo, Cecilia, Roberta e Daniela per il loro contributo e per la vivacità e freschezza delle loro testimonianze.

 

Giugno 2008

 

 

 

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pin It on Pinterest

Share This